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venerdì 20 marzo 2020

30- Pandemia del venti-venti

Caro diario,
è in corso una pandemia.
Il corona virus sta mettendo in ginocchio l'economia Italiana.
Sta cambiando tutte le abitudini.
I modi di fare.
Di lavorare.
Di studiare.

Siamo in guerra.
Senza truppe nemiche.
Senza carri armati.
Solo con vittime.
Morti.
Crisi.
Una guerra diversa da quelle nei libri di storia.
Una guerra batteriologica.
Un minuscolo virus.
Così piccola ma così problematico.
Ad alta infettività.
Proprio questa parola.
Infettività.
Contagio.
Questa maledetta parola.
Ci sta cambiando il modo di vivere.
Le abitudini.
La routine.
Il modo di vedere.
Di comportarsi.
Di relazionarsi.

Ci sta obbligando ad una quarantena generale.
Obbligatoria per mantenere il contagio.

L'unico modo per comunicare è tramite dispositivi elettronici.
Vedo gli amici in videochiamata, anziché seduti al bar.
Le lezioni universitarie in streaming, anziché in aula.
Sto con la mia famiglia, mantenendo le distanze di sicurezza.
Niente abbracci. Baci. Contatti.
Niente affetto insomma.

Tutto questo per un maledetto virus.
Regalatoci dalla Cina.

Il colmo che l'Italia, a differenza degli altri stati, ha preso tutto molto seriamente.
Mettendo i suoi cittadini più al sicuro possibile.
Investendo nella medicina.
Dando la massima priorità a questo virus.
E nonostante tutto ciò, siamo ad ora, il paese col numero di decessi maggiori.
Siamo a più di 4mila morti, in poco meno di un mese.

Mentre gli altri stati Europei stanno dormendo in piedi.
Aspettando una illuminazione dall'altro, sembra quasi.
Sembra che non la prendano sul serio.
In America sta facendo molte vittime. E il loro sistema sanitario non è d'aiuto.
E nonostante sia una pandemia di livello Mondiale, tutti danno la colpa ai paesi già intensamente colpiti dal virus.
Danno la colpa agli Italiani. Li obbligano a tornare in madre Patria.
Senza parlare dei Cinesi. Li picchiano. Li ammazzano. Come se fosse colpa del singolo cittadino cinese.
Che pazzia.
Stanno tutti perdendo la ragione.
Nel duemila e venti, atti di razzismo. Fatti alla luce del sole.
Come se fosse normale.
Come se fosse giusto,
Non è colpa loro.
Al massimo può essere colpa di chi sta al vertice del potere. O comunque in ruoli di prestigio e potere.
Sicuramente non è colpa dell'umile operaio picchiato a sangue per le strade. Con la sola colpa di essere nato in Cina.

Tutto questo che sta succedendo, è disgustoso.
La storia a quanto pare non viene osservata da nessuno.
Si ripete e basta.
Le mentalità preistoriche dell'uomo, a quanto pare, non sono mai state abbandonate.
E' nei momenti difficili che si vede la vera faccia.
E quella che vedo non mi piace.
Troppe energie sprecare nel puntare l'indice contro qualcuno.
Troppe poche energie nel contenere l'epidemia e salvare vite.
Non mi interessa chi ha fatto cosa.
Come è nato il virus.
Come si è diffuso, o domanda simili.
Mi interessa che le persone smettendo di morire.
Che chi è al potere in tutti gli stati del mondo, si rimbocchi le maniche.
Che la smetta di aspettare chissà cosa.
Che prenda il toro per le corna e sistemi il tutto.
Perché la domanda che si fanno tutti è semplicemente: -"quanto finirà tutto questo?"-.

Perché le persone vogliono solo tornare alla normalità.
Ai problemi quotidiani di una noia e frenetica giornata qualunque.
Tutto questo, il prima possibile.

Più fatti meno parole.
Meno razzismo più aiuto.
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LaPiccolaVale

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