Traduttore

lunedì 23 novembre 2015

18- Nuovo paio di scarpe

Caro diario,
questa adolescenza è un vero e proprio casino.
Si cambia idea emotiva come le donne cambiano le scarpe.

Ho incontrato un ragazzo.
Tommaso.
E' molto carino e pare sia anche un bravo ragazzo.
Parlando ho scoperto che ha una sorella di 3 anni più piccola. Nei suoi confronti è affettuoso e protettivo.
E' stato bocciato in prima superiore.
Frequenta l'istituto artistico.
Insomma sulla carta è un partito decente.
C'è di meglio senz'altro. Ma c'è di peggio del resto.

Lo devo ammettere.
Sta adolescenza mi sta facendo impazzire.
Un giorno ti interessa uno ed il giorno dopo un altro.
La coerenza non esiste.

Fino a ieri avevo occhi solo su Edoardo.
Ed oggi investigo su Tommaso per sapere meglio chi è.
L'informazione mi rende tranquilla.
Devo sempre sapere chi ho di fronte.
Anche se questo comporta prendere una laurea in spionaggio nei social.
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LaPiccolaVale

domenica 22 novembre 2015

17- Momenti imbarazzanti

Caro diario,
oggi ho dovuto partecipare ad una situazione molto imbarazzante.
Non sapevo come comportarmi di fronte a ciò.
E' stato tutto così inaspettato.
Più precisamente... Ho sempre saputo che Gabriele avesse interesse per me. Ma non avrei mai pensato che avesse il coraggio di mettersi in gioco. Di uscire allo scoperto. Di mettere le carte in tavola.

Mi ha chiesto di metterci insieme.

Ero a Cervo. In una delle case che i genitori di Gabriele affittano.
In compagnia sua, di mio fratello e della sua ragazza, Diletta.
Mio fratello e Gabri sono molto amici.

Tutto inizia quando mio fratello e Diletta andarono in camera da letto per stare un po da soli.
Mentre io e Gabri lavammo i piatti del pranzo.
Finito di pulire tutto, mi chiese di seguirlo in una stanza.
Mi fece sedere su un letto.
Chiuse la porta.
Spense la luce.
Ed attivò una macchinina che al buio crea tante stelline verdi di varie dimensioni.
Attivò dal suo telefono una canzone romantica. E si mise seduto accanto a me.

Ammetto che ho apprezzato il suo dolce tentativo.
Ma ci sono argomenti in cui le cose o solo bianche o sono nere.
L'amore è uno di questi.
Non provo nulla nei suoi confronti. Solo amicizia.
E non gliel'ho mai negata. Nonostante sapesse che provasse qualcosa per me.
E pur di non ricambiare nelle piccole azioni quotidiane, non posso fare molto.

Mi rendo conto di averli distrutto il cuore.
Era letteralmente in panico.
Non sapevo che dirgli.
Come consolarlo dopo il mio rifiuto.

Ha subito cercato di cambiare discorso, offrendogli dei biscotti ripieni di crema alla nocciola.
Ma non aveva appetito.
E come biasimarlo.
Ha tenuto nascosto il suo amore nei miei confronti per anni. E il giorno che finalmente decide di confessarmi tutto, lo rifiuto.

Finalmente qualche minuto dopo sono tornati gli altri due.
E più o meno si sono calmate le acque.
E' la prima volta che mi dispiace rifiutare le avance di un ragazzo.
Ma non posso farci niente.
Il cuore non si comanda.
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LaPiccolaVale

sabato 21 novembre 2015

16- Mi manda in fissa

Caro diario,
Mi sta mandando in fissa.
Sono notti intere che continuo a sognarmelo.
Più penso a lui e più vado in paranoia.
Non so come farmi vedere.
Come dargli una buona impressione.
Come far si di istigarlo a conoscermi meglio e non in modo superficiale.
Non l'avrei mai detto.
E' assurdo pensare come lui mi crei chimica.
Con tanti di quei ragazzi che mi vengono dietro, di tutte le età, proprio lui.
Proprio Edoardo mi deve scatenare qualcosa in me.
Non è amore.
Ne sono sicura.
Per lo meno, non ora.
E' semplice chimica.
E' un bel ragazzo, non lo discuto.
Ma non so se è quello che voglio.
E sta cosa mi manda completamente in fissa.

Detesto stare così.
Non mi sento me stessa.
Non so mai come pormi nei suoi confronti.
Sembra tutto così semplice da fuori. Ma quando ne sei dentro, è tutto tranne che facile.
Voglio essere me stessa. Non usare maschere. Ma in certi ambienti non è semplice non usarle.
Siamo compagni di scuola.
Più precisamente di classe.
E mi fa strano sta cosa.
Tanto più mi ero promessa di non stare mia e poi mai, con un compagno di classe.
Si potrebbero creare situazioni imbarazzanti o sgradevoli.

Questa mia continua indecisione. Mi sta peggiorando solo la situazione.
Vorrei essere capace a prendere decisioni. Senza mugugnarci troppo sopra.
Ma non sono capace. Non lo sono mai stata.
E tutte le volte ci rimetto sempre. Nella realtà e di testa.
Mi sta mandando in fissa.
Ed io detesto stare in fissa.
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LaPiccolaVale

lunedì 12 ottobre 2015

15- Ultime Lacrime

Caro diario,
ultimamente ho letto su facebook un post di un mio vecchio amico, che divenne un estraneo.
Mi sono fatta qualche risata.
L'ho travato ridicolo. Lui e il suo post.

Salutava tre sue care amiche.
Ringraziandole per la compagnia nell'ultimo anno delle superiori.
Io colmo è che si dimenticò di taggare me, in quel post.
All'inizio eravamo in 5:, compreso lui.
Eravamo un bel gruppo

Se non fosse stato per le sue menzogne.
Fu per colpa sua che tutto cambiò.
Rovinò tutto. Con una bugia. Poi un altra. Ed un altra ancora.
Era un ciclo vizioso ormai.

Se ci penso mi vengono ancora gli occhi lucidi.

Tu mi hai mentito.
Ci hai preso in giro.
Ci hai illuse.

Dicevi che tenevi a noi.
Ti facevi chiamare il fratellone.
Ma non lo eri.
Ci hai provato con tutte.
Hai solo tentato di usarci e basta.

E nonostante fossi 4 anni più grande di noi, ne dimostrai molti meno.

Con quei finti abbracci.
Con quei sorrisi.
Con quegli sguardi.

Mi hai distrutto il cuore.
Io ci tenevo a te.
Ti volevo bene.

E che non c'è l'ho con te.
C'è l'ho con me.
Se penso che ti ho dato un pezzo di me.
Mi sento cosi idiota.

Tu non mi hai mai voluto bene come un fratello.
Come ho fatto a non capirlo.

Come hai potuto farmi questo.
Un tempo volevo urlare il tuo nome.
Ero pronta a mettermi in gioco.
Mi sbagliavo.
Mi sono completamente sbagliata.
E se penso che quando ho iniziato a non parlarti più, tu non hai mai provato sul serio a chiarire con me.
A chiarire.
A rimediare.

Mi hai sempre e solo fatta passare per la cattiva della situazione.
Mi hai distrutto dentro.
Non te l'ho mai detto.
Non ti meriti niente da parte mia.
Nè uno sguardo. Nè una parola. Un fiato. Una lacrima.
Non ti meriti niente.

Ma nonostante tutto.
Ti perdono.
Se non fosse per te non avrei imparato una lezione  importate.

Addio.
E sta volta per sempre.
Sono le ultime lacrime che spreco per te.
Ma ora addio.
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LaPiccolaVale

giovedì 25 giugno 2015

14- Adolescenza

Caro diario,
Finalmente l'estate.
Serate in discoteca.
Un pò di bordello con gli amici.
I lunghi pomeriggi sotto il sole cuocente.
I bagni al mare.

Le serate coi pop-corn e la propria migliore amica.
Stravaccate sul divano davanti un bel film romantico o horror.

Il brutto di essere adolescenti è che le persone cambiano.
Tutto cambia.
Dai modi di porsi al modo di vestire.
Dal carattere al fisico.
Dalla spensieratezza dei giovani fanciulli agli continui sbalzi d'umore.

A volte mi sento così sola.
Come un cucciolo che ha smarrito la strada.
Come se ho perso tutto quello a cui tenevo.
Come se non avessi più una spalla.

A volte mi sento cosi allegra.
Come una bimba con gelato in mano.
Come se ho ciò che desidero
Come se non avessi freni, responsabilità.

A volte mi sento così.
Un po felice. Un po triste. Un po malinconica. Un po allegra. Un po spensierata.
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LaPiccolaVale

martedì 19 maggio 2015

13- Finte amicizie

Caro diario,
Una mia migliore amica mi ha voltato le spalle.
Con una scusa banale.
Mettendo in mezzo Laura. Che è come una sorella per me.
Mi domando perché non si ha mai il coraggio di dire le cose in faccia.
Di mettere sul piatto tutto,.
Perché bisogna sempre trovare una scorciatoia.
Perché non siamo in grado di sbrigarci da soli i propri problemi.
Senza mettere nessuno in mezzo.

Perché fa così male?
Mi affeziono troppo alle persone.
Ma tanto alla fine, tutti mi voltano le spalle.
Se ne vanno.
Per paura di soffrire o di affrontare un argomento importante.
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LaPiccolaVale

venerdì 3 aprile 2015

12- Una persona orribile

Caro diario,
Una parola.
Istinto.

Tutto iniziò a fine Settembre, inizio Ottobre. A scuola.
Salii al piano superiore con una delle mie due compagne di classe. Alice.
Lei andò a salutare un suo amico.
Lo conobbe in corriera. Cadendogli addosso mentre la corriera frenò di colpo.
In nome dell'amicizia, fui stata costretta ad accompagnarla a salutare quel ragazzo.
Fu li che lo conobbi. Si presentò. Rivolgendosi a meno un semplice -"Ciao, sono Gianluca. Tu hai la faccia da Valentina"-.
Non l'avevo mai visto.
Ma sapeva il mio nome.
Sicuramente Alice gli aveva parlato di me.

Conferma il mio nome.
Mi baciò sulla guancia. Prendendosi subito molta confidenza.
Senza permesso.
Senza autorizzazione.
Nonostante tutto, all'intervallo, ci vedevamo tutti in gruppo.
Era diventato un vizio.
Ero entrata in un vortice e non avevo idea di come uscirne.
Non è da me, e che non sapevo neanche che cosa facevo.
Mi fidavo di lui.
Mi sono sempre fidata.
Mi ha sempre e solo usata, finché non è successa una cosa.

Una mia amica d'infanzia.
Frequentiamo la stessa scuola.
Mi avvertì su di Lui.
Mi fece aprire gli occhi.

Non ci volevo credere.

Poi ho scoperto tutto.
Chi era veramente.
Cosa voleva realmente da me.
Io che ingenuamente pensavo fossimo amici.
Mi sbagliavo.
Come sempre.

Con persone del genere non voglio averci nulla a che fare.
Lasciami vivere la mia vita.
Lasciami stare.
Lasciami andare.
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LaPiccolaVale

venerdì 27 marzo 2015

11- La storia della nonna

Caro diario,
non riesco a smettere di pensare alla mia nonna.
E' da un po che mi ha lasciato.
Ma la sento sempre vicino a me.

Ricordo anni fa.
Mi raccontò un storia.
Sul mio cognome.

Mi affascinò molto.


Tanto tempo fa. In Molise. Un giovane uomo.
Era ricercato dalle autorità a causa della suo differente ideale politico.
Era contro il sovrano. Contro le sue idee.
Era ricercato.
Considerato un traditore della patria.
Era stata emanata la sua sentenza.
Condanna a morte.
Il giovane ragazzo, grazie all'aiuto di alcune persone riuscì a scappare in Puglia.
Superando il confine le autorità del Molise non potevano prenderlo.
L'unico modo per averlo, era farlo arrestare dalle autorità della Puglia.
Ma il giovane ragazzo, non creò mai problemi.
Non si sporcò mai le mani.
Ciò gli permise di poter stare in Puglia.
E cosi fece.

Arrivò in un paesino della Puglia, chiamato Volturara.
Nessuno lo conosceva.
Entrò nel mirino dei discorsi di Volturara.
Il giovane ragazzo fu chiamato l'Innominato, finché una ragazza con tanto coraggio gli chiese il nome.
Fu li che storpiò il nome.
Creando così la mia stirpe.

Era un ottimo contadino.
Venne accettato subito da tutti.

Un giorno incontrò una donna.
Scoprì col tempo, che era la donna della sua vita.
L'unico problema nel loro amore corrisposto, era la differenza di classe sociale.
Lei era la principessa. Futura erede al trono del regno della Puglia.
Lui un contadino con una condanna a morta emanata nello stato confinante.
Fu Amore a prima vista.
Dopo discussioni.
Litigi col re.
L'amore ebbe la meglio.
Si poterono sposare ed ebbero due bellissimi figli.
Il primo, non voleva studiare. Voleva essere un contadino come suo padre e fu accontentato.
Il secondo voleva studiare e diventare un importate avvocato o notaio.
Fu accontentato.
I due figli governarono insieme il regno. Splendidamente.
Dalla nascita dei due eredi, si creano due diversi ceppi della stessa stirpe.
L'amatore della terra e Lo studioso.
A quanto mi hanno detto, sono della stirpe dello studioso, nonostante adori la natura.

Ricordare le storie raccontatemi, mi fa sentire acconto a lei.
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LaPiccolaVale

lunedì 23 marzo 2015

10- A mai più

Caro diario,
Mi sento sorpresa.
Delusa.
Amareggiata.

Come tutte le ragazze della mia età, sono andata a scuola.
Arrivata, ho salutato alcuni ragazzi della sezione B, che conosco.
Mi sono diretta verso dei miei compagni di classe.
In aula siamo solo tre ragazze, compresa me. Marta e Alice.
Salutai inizialmente Alice e in seguito Marta.
Era gettata nelle braccia di un ragazzo che non sopporto.
Che mi e ci ha solo usate.
Una persona che è meglio perdere che trovare.

Nonostante la presenza di quel ragazzo sono rimasta qualche minuti in più del solito.
Fu a quel punto che arrivo Lei.
Quella ragazza che mi ferì profondamente.
Che si allontanò da me. Senza motivo. Senza spiegazioni. Lo fece e basta.

Si getto fra le braccia di Alice.
Saluto Marta.
Quel ragazzo.
Ma non me.
Come se non esistessi. Come se non fossi li. Come se fossi un fantasma.

Mi devo ricordare più spesso di non stupirmi della gente.
Fino a qualche giorno prima, eravamo indivisibili.
Eravamo care amiche.
Ed ora.
Senza una valida e concreta motivazione.
Si è allontanata.
Fa male.
Ma lo accetto.
Lo devo accettare.
Farà male.
Non sarà semplice.
Ma devo superarla.
Per me stessa.

Questo episodio mi è servito.
Ho compreso che non era vero quello che avevamo.
Ho capito che i sentimenti tra le persone sono diversi. Percepiti in modo diversi.
Devo lasciarla andare e basta.
Pensavo solo fossi diversa.
Ma mi sbagliavo.
Come sempre d'altronde.

Non doveva finire così Ester.
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LaPiccolaVale

domenica 22 marzo 2015

9- Lei, ormai persa

Caro diario,
ultimamente sto soffrendo molto per mano di una persona.
Su un preciso argomento.
L'amicizia.
Tanti la definiscono un unione tra 2 persone molto forte.
Un po' come una sorellanza, ma non di sangue.
Altri come una fregatura.
La definiscono come un mezzo di sofferenza gratuita.

Sinceramente io non so come definirla.
Ritengo che ognuno deve vederla a modo proprio.
Ma sicuramente ritengo, non definibile con le parole.
E' un sentimento astratto.
Va provarla con le emozioni.
Nel male e nel bene.


Tutto iniziò a dicembre il 19.
Giorno d'assemblea d'istituto.
Fu li che la incontrai.

Lei.
Che entrò nel mio cuore.
Senza permesso
Senza autorizzazione
All'improvviso.
Stravolse ancora di più quella mia vita incasinata. Contorta. Disordinata.
Nel tentativo di aiutarmi a mettere ordine nella mia vita.
A scongelare quel mio cuore gelido per gli estrani.
A curarlo da tutte le ferite inflitte, nel tempo, da persone di cui mi fidavo.
Compresi subito che di lei mi potevo fidare. Che era un'amica valida e leale.

Lo fu.
Finché una persona.
Una ragazza.
Si intromise tra noi due.
Dividendoci.
Lei iniziò a perdere la testa per questa ragazza.
Gli importava solo di lei.

Col passare dei giorni Lei cambiò sempre di più.
Non la riconoscevo più.
Si allontanava sempre più da me.
Senza motivo.
Lo fece e basta.


La cosa che mi fa male ed arrabbiare con me stessa, è che non potevo fare niente.
Mi sentivo impotente.
La stavo perdendo ma non potevo fare nulla.

Si allontanò da me.
Non potei farci niente.
Fui costretta ad accettarlo.
A vederla andare via.
Mentre nel mio tuo cuore, una nuova ferita profonda, comparve.
Ed una sensazione di morto dentro, ti tiene compagnia.

Ero consapevole che prima o poi sarebbe successo.
Non cosi presto però.
Non cosi tanto doloroso però.

Pensare che in terza media.
Dopo aver perso una delle mie migliore amiche.
Giurai a me stessa di non fidarmi più delle persone.
Di non affezionarmi più.
Consapevole del fatto che tanto, mi avrebbe portato solo dolore.


Vorrei solo che le ferite di terza media si ricuciano velocemente.
Ma non funziona così, per sfortuna.
Ancora oggi, dopo un'anno, durante la notte, arrivano gli incubi a perseguitarmi.
Ho sbagliato molte cose con Carola.
La potevo aiutare di più.
Non dovevo gettare la spugna.
Potevo comportarmi diversamente.
Ma ormai è tutto inutile.
E' e Diventerà tutto ciò che ha sempre giudicato.
Sta perdendo, ogni giorno, la nomina di brava ragazza.
Si sta trasformando in una persona vuota.
Senza principi.
Superficiale.


Almeno mi rimane Laura.
L'altra mia migliore amica.
Però verso ottobre, per un paio di mesi, abbiamo avuto difficoltà nel dialogo.
Ora è tutto risolto, ma all'epoca non parlavamo molto.
Ero sola.
Non mi fidavo di nessuno.
Con un cuore di ghiaccio, che tentava di mi proteggermi.
Essere determinata e spietata, mi sembrava l'unico modo per sopravvivere in quel momento.
Ma in realtà, mi sentivo debole e vulnerabile.
Finche non arrivò Lei.
Che mi stravolse la vita.
Era riuscita a ricucirmi parzialmente le ferite.
Senza farmi domande.
Mi aiutò e basta.
Senza volere niente in cambi.

Lei mi ha vista ridere, amare, odiare, soffrire, piangere.
Mi ha conosciuto troppo poco per sapere chi sono.
Per poter dare un giudizio su di me.
Lei mi ha visto superare i miei problemi.
Ha visto le mie ferite, mentre ero debole.
Ed io, ho visto le sue.
L'ho aiutata.
Senza voler nulla in cambio.
Ci siamo prese cura l'una dell'altra.
 L'ho aiutata ad affilate tutti bordi della sua personalità, del suo carattere.
A modo mio l'ho fatta crescere in bene, mettendo in risalto tutti dei particolari che la rendono unica.
Ma a quanto pare ho fallito.
Una persona è riuscita facilmente ad influenzarla in modo sbagliato.
La manipola.
E lei manco se ne accorge.
Riesce solo a buttare fango su di me.
Ad allontanarsi.
Ed io non posso farci niente.
L'ho persa e basta.

Mi sa che, prima che una persona riesca ad entrare nuovamente nel mio cuore, ci vorrà molto tempo.
Mi dispiace solo che colei che mi ha scongelato il cuore, me lo ha trasformato in roccia.
Che colei che ha curato le mie ferite, me ne ha create altre molto più profonde e dolorose.
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LaPiccolaVale

sabato 14 marzo 2015

8- L'amicizia

Caro diario,
l'amicizia.
Una bella fregatura.

Tu pensi di sapere tutto di una persona, ma, invece ti sbagli.
Le persone cambiano.
Si mettono le maschere.
Ti feriscono.
Ti sconvolgono.
Ti fanno male.

Si definisce migliore amica.
Quella persona.
Mi fidavo al 100%.

Ma ci si sbaglia sempre.
Tutte le volte ci casco.
Mi faccio male.
Perché le persone sono cosi false.
Perché ci feriscono sempre
Non é giusto.
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LaPiccolaVale

domenica 8 marzo 2015

7- Le donne

Caro diario,
Le donne, senza di loro questo mondo sarebbe un cestino dell'immondizia.
Sono loro che riescono trasmettere amore.
Sono indispensabili.

Per secoli, venivano utilizzate come divertimento oppure come elemento per la riproduzione.

Nonostante esser considerate inferiori all'uomo, le donne, sono riuscite in varie occasioni a far valere la loro superiorità.
Nonostante frasi antipatiche create dall'uomo come:
Donna al volante, pericolo costante.
Le donne che hanno buon senso sono cosi insignificanti
La donna che non riesce a rendere affascinanti i suoi errori e solo una femmina
Chiamare donna una ragazza è una stonatura

Ci sono centinaia di frasi sulla donna e la maggior parte di queste sono una specie di insulti.
Frasi seccanti sulla donna.

Mi domando...
Gli uomini, nella loro vita non si sono mai guardati allo specchio.
Non hanno mai pensato a tutto quello che fanno alle donne.
Le picchiano. Le bruciano vive. Le uccidono. Le stuprano. Le insultano.
Non si sentono un po in colpa. Non si sentono piccoli piccoli per quello che fanno.

Le donne sono uguali a voi. Le si devono amare e non picchiarle ed ucciderle.
Le donne sono come un bellissimo fiore, va annaffiato, osservato e coccolato.
Non va strappato.
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LaPiccolaVale

sabato 7 marzo 2015

6- L'educazione

Caro diario,
Educazione.
Che parola strana. Buffa. Insolita.
Una parola ormai dimenticata da tutti.

Significa rispettare.
Essere gentile con una o più persone.
Questa parola sta scomparendo e lo noto sempre di più.

Oggi pomeriggio verso le 16.00 dovevano venire dei miei parenti a casa.
Lui, lei e i loro 2 figli.
Non andando molto d'accordo con i figli, ho chiesto ai miei genitori se potevo andare in biblioteca a studiare, con dei miei amici.
La risposta é stata un NO.
Per una questione di educazione diceva mio padre.
Alle 16.00 arrivarono gli ospiti.
I figli della coppia non c'erano.
Con una scusa banale avevano saltato l'impegno.

L'educazione é una cosa importante.
Serve per farci vivere bene nella società.
Ma i nostri genitori ce la devono insegnare.
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LaPiccolaVale

giovedì 5 marzo 2015

5- Il mio perfetto incubo

Caro Diario,
fino a poche settimane fa eravamo sempre insieme.
La gente si chiedeva se eravamo sorelle.
Eravamo indivisibili.
Ma ora è tutto cambiato.

È arrivata Lei.
Una ragazza dagli occhi furbi, ma stupidi.
Dall'aria infantile.
La voglia di manipolare le persone.
Il desiderio di farci separarci.

Sei cambiata.
E non in bene.

Provo a dirtelo in tutti i modi che conosco.
Da tempo ormai.
Ma niente.
Sembra proprio che tu non mi voglia ascoltare.

Un tempo mi raccontavi tutto quello che ti succedeva, ma ora, non mi consideri più.
Racconti tutto a Lei.
Mi hai rimpiazzata.

Mi ero presa la responsabilità dei tuoi errori.
Proteggendoti.
Mi sono presa la colpa delle tue cattiverie.
Tirandoti fuori da risse.

Ed io, cosi ingenua.
Pensavo fossi speciale. Unica agli occhi miei. Diversa da tutti gli altri.

Un tempo eri dolce. Affettuosa.
Mi facevi venire la nausea dalla tua dolcezza.
Ora invece, sembra che vuoi metterti in mostra.
Ti stai trasformando in una seconda Lei.
Non sei più  te.
Ed io non posso farci niente.
La vita è tua. Ci fai quello che vuoi.
Non posso fare altro che rispettare le tue scelte.
Anche se ti portano lontano da me.

Vorrei solo che tornassi da me.
Ma non sono la fata turchina.

Addio cara amica mia.
Che schifo dirti addio cosi.
Dopo tutto quello che abbiamo passato. Vissuto. Condiviso.
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LaPiccolaVale


4- Umani

Caro diario,
il tempo passa, e manco me ne accorgo.
L'anno scolastico sta per giungere al termine.
Le persone che conosco cambiano.
In meglio o in peggio.
Sono solo punto di vista.
Cambiano.
Crescono.
Sbagliano e perseverano.

Come scusa diciamo, che, l'essere umano è fatto così.
Sbaglia.
Cade.
Rimedia.
Si rialza.

Non siamo robot.
Non siamo immortali.
Non siamo perfetti.
Ognuno ha dei difetti ma anche dei pregi.
Se vuoi bene ad una persona devi accettarla così com'è.

Non puoi pretendere che le persone cambiano.
Non sono burattini da muovere a tuo piacimento.
Si deve accettare pregi e difetti.
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LaPiccolaVale

mercoledì 4 marzo 2015

3- E poi arrivi te

Caro diario,
Era una giornata qualunque, con l'odioso rientro pomeridiano scolastico.
Conclusi quella splendida giornata di scuola, con molte soddisfazioni.
Le verifiche erano andate bene.
ero soddisfatta di me.
Ma crollò tutto in pochi secondi.
Lo vidi loda lontano.
S'avvicinava.
Era lui.

Con quella faccia da bambino.
Quei due occhioni innocenti.
Quelle labbra con cui hai baciato troppe ragazze illuse.
Quell'atteggiamento rilassato ma rabbioso.
Sembravi un pitbull tenuto guinzaglio da quel poco di responsabilità che era in te.

Arrivai di fronte a me.
Ed io, potei far altro che indossare immediatamente la maschera da ragazza fredda.
Ma quel sorriso.
Riescivi a cambiare le giornate, senza dire nemmeno una parola.
Nel bene e nel male.

Ed il mio cuore. ferito come poche volte nella vita. Ancora sanguinante.
Ti ostinavi ad attaccare bottone.
Senza comprendere quanto mi avessi ferita.

Mi hai perso.
E niente e nessuno, riuscirà a farci riappacificare.
E sei un ingenuo a pensare che ci sia ancora una moda per risistemare le cose.
Le cicatrici non si cancellano.
Il male che mi hai fatto non si può lavare via con l'acqua.
Ed è ridicolo vedere come ti arrampichi sugli specchi.
Sappilo.

Se il bottone non si attacca, non puoi accusami dei tuoi errori.
Assumiti le tue responsabilità.

Persi tutto per mano tua.
mi ritrovai da sola.
Ferita.
In lacrime.

Non chiesi aiuto.
Mi rialzai da sola.

Se sono di nuovo in piedi, non lo devo a nessuno.

Ed ora sparisci dalla mia vista. Dalla mia strada. Dalla mia vita.
Ho girato pagina.
Ed il tuo nome non ricompare più.

Prenditi le tue illusioni. I tuoi pensieri, I tuoi desideri.
E vattene.
Inizia a camminare, verso una nuova meta.
Lontano da me.
E non girarti.
Cammina.
Una scia di distruzione e dolore ti segue.
Come fosse la tua coda.

Perché rappresenta ciò che sei.
Un mostro.

Cammina.
E vedi di andare lontano.

Le bestie non sono accette dove mi trovo io.
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LaPiccolaVale



domenica 1 marzo 2015

2- L'abbraccio

Caro diario,
se mi chiedessero cosa rappresenta per me l'abbracci, risponderei che è come un abito.
Tiene caldo.
Non stringe, lasciandoci i segni.
Ci sta bene.
E' unico, in quanto scegliamo noi quale abito comprare ed indossare.

Molte persone lo considerano un segno di saluto. Come il bacio sulla guancia o la stretta di mano.
Altri un rifugio dai dispiaceri della vita.
Una casa sicura.
Un emblema d'intimità. D'amicizia. D'amore.

Ognuno lo vede in modo diverso.
Come tutto del resto.

Ciò che ci distingue gli uni dagli altri, sono proprio le nostre differenze. Le nostre ideologie. I nostri pensieri.

Ma dal nostro essere diversi, nascono facilmente fraintendimenti.

Non sono una persona che va in giro, ad abbracciare gente.
Non è nella mia natura.

E mi sorprende quando le persone fraintendano le mie intenzioni.
Mi sono sempre considerata una persona semplice.
Se voglio bene ad una persona, glielo dimostro in molto modi.
Non per forza un abbraccio deve significare che c'è interesse per quella persona.
Magari sta passando un momento difficile, e da buon amica, gli do un posto sicuro in cui sfogarsi.
Se non abbraccio una persona, non significa che non ci tengo.
Magari non è nella mia natura abbracciare.

Non capisco perchè si deve sempre giungere a conclusioni affrettate. Sopratutto quanto non si conoscono le persone in questione. Non si sa che cosa stiano passando. Non si conosce il tipo di rapporto che esiste tra loro.

Tutti bravo ad additare. A giudicare. A parlare.
Ma la verità è che le persone che si comportano cosi, sono vuote. Superficiale. Insipide. Pigre. Fannullone.
E' più semplice parlare dei fatti altrui, anziché affrontare i propri ostacoli e problemi.
E' più semplice giudicare le scelte altrui e gli errori, anziché non fare nulla per non sbagliare.
E' più facile chiudersi a riccio e non provare emozioni, anziché esporsi.

E' sempre tutto più facile quando le cose riguardo gli altri e non se stessi vero?
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La PiccolaVale

sabato 28 febbraio 2015

1- Maschere

Caro diario,
in questo mondo per sopravvivere, siamo obbligati ad indossare maschere.
Ma tutto questo, che senso ha?
Perché non si può essere se stessi.
Perché bisogna sempre essere giudicati dagli altri.

Utilizziamo queste maschere per farci piacere.
Per essere accettati.
Per raggiungere i nostri scopi.
Ma tanto alla fine, la verità sulle nostre intenzioni, su di noi, viene sempre a galla.

Non ci possiamo nascondere dietro false maschera,
Prima o poi qualcuno scopre chi siamo.
Contro il tuo volere.
Per tua autorizzazione.

E ti feriranno.
Sempre.


Ricordo che ad inizio anno, alle superiori, strinsi una forte amicizia con un ragazzo.
Per mesi mi mentì su chi fosse veramente.
Su quali fossero le sue reali intenzioni.
Mi prese in giro.
Giocò con le mie emozioni.

Ci misi mesi ad iniziare a notare atteggiamenti strani.
Modi diversi di comportarsi, in base a chi ci fosse vicino a noi.
E nonostante fosse all'ultimo anno delle superiore, era così strano con me.
Tutte quelle attenzione. Senza voler nulla in cambio. Solo la compagnia.
Almeno, cosi pensavo ingenuamente.

Le voci girano velocemente. Sopratutto in un istituto superiore.
E se ti riguardano, le scopri ben prima degli altri.
Le devi sapere prima.

Tutto sta nel cercare la fonte originaria.
Prima trovi chi ha iniziato a mettere in giro voci sul tuo conto, meno danni subirai.
Senza fare rumore. Bisogna pensare di stare camminando sulle uova.
Un movimento sbagliato e la tua reputazione, il tuo orgoglio, collassano.

Pensare che mi diceva di volermi bene. Molto bene.
Di tenere a me ed alle miei amiche.
Di proteggerci.
D'aiutarci per qualsiasi nostro problema.

Erano solo bugie.
Menzogne.
Falsità.

Riuscì a sporcare le reputazione di tutte le mie amiche.
A chi di più, a chi di meno.
Le segnò tutte.
Facendosi bello coi suoi amici.
Mentre metteva le corna alla sua morosa.

Ed io mi allontanai senza apparente motivo. Consapevole della persona che avevo d'avanti.
Mentre cercavo inutilmente di aprire gli occhi alle miei amiche.
Di tenerle lontane da te,
Lui le marchiava con il tipico timbro, che si attribuisce alle ragazze facile da portare a letto.
Ed io passai per cattiva.
Perché m'allontanai. Perché cambiai. Nei modi di fare. Di dire. Di esprimermi.
Consapevole ch'era una strada senza ritorno.

A inizio prima superiore, tolsi una maschera, e me ne misi una.
Si, era una strada senza ritorno.

Quando inizi a mentire, lo fai e basta. Sempre e comunque.
Chiamatela falsità. Chiamatela mancanza di coraggio. Chiamate tutto questo come volete.
Io lo definisco, Sopravvivere.
In una società dove o mangi o vieni mangiato.
In un istituto maschile, con poche quote rosa, e troppi morti di fig*.
In un sistema che t'impedisce di essere te stesso.

Ma tra sopravvivere e vivere. C'è un bel divario.
Tra nascondere chi sei per non essere ferita, e nascondere chi sei per ferire. C'è una bella differenza.
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La Piccola Vale